Nutrilab: educazione alimentare

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Nutrilab alla Mezza Maratona di Pisa ottobre 2009




NutrilabNews: 10.000 passi fanno stare beneott 2008

Cinquemila li facciamo senza nemmeno accorgercene, anche se siamo sedentari. Ma non bastano...Raddoppiamo, se vogliamo guadagnare in salute. Se poi miriamo a bruciare grassi, ora sappiamo la giusta velocità di marcia, mentre se intendiamo farne uno sport dovremo seguire qualche regola in più...

Leggi l'intero articolo sul primo numero della rivista mensile di Nutrilab.

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Iperattività e disordini dell'attenzione: c'entrano i coloranti?

Una recente ricerca dell'Università di Southampton:
condotta per conto dell'autorità britannica sulla sicurezza alimentare (FSA), mette in guardia sugli effetti collaterali di merendine, caramelle e bibite che contengono un'alta percentuale di coloranti e conservanti.
Secondo il professor Jim Stevenson, responsabile dello studio, gli additivi alimentari contenuti in molti cibi consumati dai bambini sono alla base di un peggioramento del loro comportamento. Tra le principali conseguenze, cali di attenzione e impulsività che influenzano in maniera negativa anche la capacità di apprendimento dei più piccoli.
Dall'analisi dei dati raccolti su un campione di 300 bambini tra i 3 e i 9 anni, i ricercatori hanno potuto constatare che molti mostravano significativi cambiamenti di comportamento quando bevevano succhi di frutta aromatizzati o colorati.
Nello studio vengono menzionate anche le sostanze esaminate: si va dal giallo tramonto altrimenti indicato con la sigla E110 alla carmoisina (E122), tartrazina (E102), al rosso ponceau (4R) e agli additivi come il sodio benzoato (E211).
Secondo le statistiche ufficiali, il 2,5% dei bambini britannici soffre del disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Stime internazionali parlano, invece, di una cifra ben più alta, compresa tra il 5 e il 10%.

Misura cautelare contro gli effetti cancerogeni della sostanza E 128 Rosso 2G

Sospeso il colorante alimentare rosso E 128
(Regolamento CE 884/2007 - GUCE L 195 del 27.7.2007)
La Commissione europea sospende a titolo cautelativo e con effetto immediato l’impiego del colorante alimentare E 128 Rosso 2G e la vendita dei prodotti che lo contengono. La sua utilizzazione fu consentita dall’Unione europea per la sola carne di hamburger e per le salsicce da prima colazione nella misura massima di 20 mg/kg (Direttiva 94/36/CE). Il provvedimento fa seguito ad uno studio commissionato all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) che, basandosi sulla più recente letteratura scientifica, evidenzia un possibile rischio per la salute umana. Studi condotti su ratti da laboratorio hanno infatti dimostrato che il colorante E 128, una volta ingerito, viene in larga misura trasformato in anilina, sostanza riconosciuta come cancerogena. L’EFSA non esclude tuttavia la possibilità di una nuova valutazione che consenta di appurare meglio la soglia di rischio per l’uomo e una più certa correlazione tra la genotossicità dell’anilina e l’insorgenza del cancro. La quantità giornaliera accettabile di E 128 riconosciuta a livello internazionale è di 0,1 mg per chilo di peso corporeo. Lo studio dell’EFSA fa parte di una complessiva revisione degli addditivi e dei coloranti alimentari iniziata nel 2006. La prima autorizzazione della Comunità europea all’uso del colorante alimentare rosso E 128 risale al 1975. La sua sospensione non riguarda, per ragioni tecniche ed economiche, le partite alimentari ancora non scadute e quelle spedite dai Paesi terzi verso la Comunità prima del 27 luglio 2007.(14 agosto 2007)

Con il clima caldo aumentano le possibilità di diventare obesi o ammalarsi di diabete18/10/2007

Notizia tratta da SaluteEuropa
Il caldo può favorire lo sviluppo dell’obesità e il diabete e questo dimostra il ruolo fondamentale che può avere la temperatura esterna nella lotta a queste malattie. Lo ha detto stamani ad Empoli il prof. Saverio Cinti Ordinario di Anatomia Umana all’Università di Ancona e Presidente Eletto della Società Italiana Obesità, nell’ambito del V° Congresso Nazionale della SIAS (Società Italiana Alimentazione e Sport) organizzato in collaborazione con la ASL 11 di Empoli e Fondiaria SAI, in corso di svolgimento nei locali del Polo Universitario della città toscana e che vede riuniti 250 tra medici e specialisti di fama nazionale che si confrontano sui temi della corretta alimentazione degli sportivi e sull’obesità e gli altri disturbi alimentari.
Questa teoria innovativa, che deriva da tanti anni di studi e pubblicati sulle più importanti riviste scientifiche, è stata messa a punto dal prof. Saverio Cinti e della sua equipe dell’Istituto di Anatomia Umana della Facoltà di Medicina dell’Università di Ancona.
Secondo questi studi nel corpo umano esistono due tipi di tessuti adiposi ( grassi), quello “bianco” che è ampiamente conosciuto e composto dalle tradizionali cellule grasse e quello “bruno” che invece ha una funzione totalmente diversa e che si oppone all’ accumulo di grasso favorendo la difesa dell’organismo contro il diabete e l’obesità considerata ora una vera e propria malattia. Questo perché rispetto al “bianco” contiene una molecola specialissima che invece che produrre energia come fanno tutte le altre cellule, producono calore.
Fino ad ora il tessuto adiposo “bruno” era stato individuato solo nei neonati ma è stato scoperto che tende a svilupparsi entro i primi quindici anni di vita. Nei teen ager infatti secondo una statistica è stato dimostrato che su 100 ragazzi dai 15 ai 16 anni il 20% è abbondantemente provvisto di tessuto “adiposo bruno”. Poi è stato trovato negli adulti e in misura maggiore in tutti gli individui che vivono nei paesi con clima freddo che quindi hanno meno rischi di ammalarsi di obesità e di diabete rispetto a quelli che vivono nei paesi caldi a prescindere dal regime alimentare.
“Il messaggio innovativo che vogliamo lanciare – ha spiegato il prof. Saverio Cinti – soprattutto ai pediatri e ai genitori è di non tenere troppo al caldo i propri figli fino a 15 anni. D’inverno basta tenere in casa e nelle scuole una temperatura di 19° per far crescere la presenza di tessuto “adiposo bruno” che può aiutare l’individuo a prevenire l’obesità e il diabete”.
In più l’altra novità, individuata dal prof. Saverio Cinti è che le cellule mature possono cambiare identità in modo del tutto inaspettato. Tale fenomeno cellulare potrebbe superare il problema etico legato all’ uso delle cellule staminali embrionali aprendo nuovi orizzonti nell’ uso delle cellule nel futuro della medicina.

Una dieta equilibrata fin da piccoli garantisce la salute delle ossa da grandi19/10/2007

Notizia tratta da SaluteEuropa
Una dieta bilanciata, soprattutto in età prepubere, determina un aumento della massa ossea che, insieme a fattori genetici a completamento della crescita fisiologica, darà un più basso rischio di sviluppare osteoporosi in età avanzata. È questa la sintetica conclusione di uno studio condotto dal professor Giacinto Miggiano, direttore del Centro di Ricerche in Nutrizione umana all’Università Cattolica di Roma alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi che, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, si celebra sabato 20 ottobre.
L’osteoporosi è una malattia dello scheletro caratterizzata dalla progressiva diminuzione della consistenza dell’osso che diventa poroso. Le ossa diventano meno resistenti e quindi aumenta il rischio di fratture.
Le stime dell’International Osteoporosis Foundation affermano che a soffrire di osteoporosi è una donna su tre fra i 60 e i 70 anni e due su tre dopo gli 80. In Italia sono 5 milioni le persone che ne soffrono, di cui 4 milioni sono donne, solo una su cinque si cura. La complicanza più frequente è la frattura del femore (78.000 l’anno circa), con una previsione dell’OMS di 4 milioni di fratture nei prossimi 25 anni.
Le varie ossa che compongono lo scheletro si accrescono e si rafforzano durante l’infanzia e l’adolescenza, raggiungendo una loro maturità chimica all’età di 25-30 anni. La continua attività di trasformazione e rimodellamento osseo ha lo scopo di rendere le ossa più idonee alle esigenze funzionali delle varie età.
“La nutrizione è un importante fattore modificabile per lo sviluppo e il mantenimento della massa ossea e per la prevenzione dell’osteoporosi - afferma Miggiano - Ecco perché c’è la necessità di prevenire il problema nell’età adulta con una corretta alimentazione, sport e sane abitudini di vita quotidiana fin da bambini”.
L’aspetto più importante evidenziato da Miggiano nel suo studio è che adottando comportamenti alimentari salutari associati a una regolare attività fisica e a un corretto stile di vita è possibile raggiungere un più alto livello di massa ossea.
Per contrastare l’insorgenza dell’osteoporosi quindi massima attenzione a ciò che mangiamo. “È necessaria una dieta nutrizionalmente bilanciata con un apporto calorico adeguato alle necessità fisiologiche dell’individuo. Una dieta moderata in proteine - raccomanda il nutrizionista della Cattolica di Roma -, un grammo di proteine per ogni chilo del nostro peso al giorno (1 g/Kg/die), con un normale contenuto di grassi e un contenuto di carboidrati che non superi il 55-60% dell’apporto calorico”.
Nonostante si enfatizzi (peraltro giustamente) l’effetto benefico della frutta e della verdura è opportuno consumarle in modo appropriato. “È necessaria una dieta equilibrata - continua Miggiano - caratterizzata da alimenti contenenti elevate quantità di calcio, potassio, magnesio e scarse quantità di sodio”.
Talvolta il fabbisogno di calcio non è facilmente raggiungibile con la sola alimentazione, come ad esempio in presenza di intolleranza al lattosio: in questi casi si deve ricorrere ad uso di latte a ridotto contenuto di lattosio, yogurt e formaggi stagionati; in casi particolari sono utili gli integratori di calcio. La vitamina D è un composto fondamentale per l’assimilazione del calcio alimentare e quindi va assicurata con la dieta o integrata dall’esterno. Anche l’esposizione al sole permette di utilizzare la vitamina che si forma nella nostra pelle. Inoltre le vitamine A,C,E,K e altri minerali come il fosforo, il fluoro, il ferro, lo zinco, il rame e il boro sono utili per il normale metabolismo dell’osso e possono essere ottenuti con un’alimentazione varia e corretta.
È consigliabile inoltre limitare il consumo di alcol, di caffeina, e di alcuni antinutrienti come fibre, fitati e ossalati, mentre l’utilità dei fitoestrogeni, composti derivanti dalle piante, è ancora da chiarire. “Va bene anche l’assunzione di 1 o 2 bicchieri di vino al giorno, che contiene sostanze antiossidanti; sono invece da evitare le bevande gassate: è stato riscontrato, infatti, un più significativo rischio di fratture tra le donne che le consumano. Attenzione anche all’uso di alcuni farmaci, quali antibiotici, anticonvulsivanti, corticosteroidi, perché possono interferire con il metabolismo del calcio e provocare effetti sfavorevoli sulla salute dell’osso”.

Cartilagine e ginocchia a rischio osteoartrite se il peso è in eccesso

Progressiva perdita di cartilagine e patologie ossee. Sono le conseguenze dell`obesità, tra i primi fattori di rischio dell`osteoartrite, malattia degenerativa delle articolazioni che colpisce sia le cartilagini che le ossa che ne sono rivestite. Lo dimostra una ricerca che verrà pubblicata ad agosto su Radiology condotta da Frank W. Roemer, direttore del Dipartimento di Radiologia della Boston University School of Medicine. Lo studio ha preso in esame 3.026 persone di età compresa tra i 50 e i 79 anni in sovrappeso e a rischio di osteoartrite, malattia degenerativa le articolazioni. Il gruppo di pazienti era costituito per il 65% da donne di 61 anni con un indice di massa corporea (BMI) pari al 29,5: un dato che indica il sovrappeso, a fronte del BMI "buono" che oscilla dal 18,5 al 25. "Dai test è emerso che il 20% delle 347 ginocchia esaminate è di fatto esposto ad un lento processo di perdita di cartilagine", spiega Roemer. I risultati hanno mostrato che uno dei maggiori rischi che contribuisce alla rapida perdita di cartilagine basale sono da imputare all`elevato indice di massa corporea. "La perdita di peso - conclude lo studioso - è probabilmente il fattore più importante per rallentare la progressione della malattia".

 

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Analisi Bioimpedenziometrica

Ideale per controllare le variazioni dell’idratazione e per ottimizzare un piano alimentare o un programma d’allenamento, consentendo quindi il controllo nel tempo dei propri risultati. (segue…)

Valutazione dei consumi energetici e dell'efficienza e durata del sonno

Volete tenere sotto controllo le calorie che assumete durante la giornata? Volete sapere quante ne avete bruciate con l'attività fisica? Dormite quanto basta da definirvi biologicamente riposati e in forma? (segue…)